Chi siamo

Siamo Laura e Bruno, una coppia nata tra buone bevute e discorsi senza fine; ci piace pensare di riuscire a trasmettere questa magia, questo calore, questa passione per la vita.
Questo è uno tra gli innumerevoli motivi che ci hanno spinto ad aprire La Volpe e il Vino, per condividere esperienze, piaceri e amicizia, valore per noi ancora assoluto!
Il motivo primario resta comunque la passione per il buon bere e per il buon cibo, intesi come mezzi per l’elevazione dello spirito e non solo.
Se hai voglia di un buon vino, prodotto da vignaioli appassionati, la poesia e l’anima della terra, oppure di un piatto preparato al momento con ingredienti semplici e naturali, se hai voglia di quattro chiacchiere in un ambiente caldo e accogliente, passa a La Volpe e il Vino: ti accoglieremo con la genuina curiosità verso ciò che avrai voglia di condividere.

ESOPO 2.0

La volpe e l’uva, alla fine, si ritrovarono.
La prima era invecchiata male: il fulvo pelo splendente era stato sostituito da un velo malinconico d’argento e l’occhio furbo e arrogante di un tempo era ormai opaco di tristezza.
L’altra, in perfetta forma e coccolata da una stagionata botte in rovere, era diventata un vino superbo.
“ Mi hai rovinato la vita” disse la volpe.
“Perché mai?” rispose il vino.
“Non ricordi? Quand’eri una giovine uva, provai a prenderti senza successo. Da allora sono diventata, agli occhi di tutti e grazie a quell’impiccione di Esopo, il simbolo della boria, il modello vivente della presunzione!”.
“Mia cara volpe”, rispose il vino, “non è con me che devi prendertela, in fondo un pochino presuntuosa lo eri per davvero! Eri giovane e può succedere. Ma, dato che mi sei simpatica, voglio farti un dono: assaggiami adesso”.
La volpe leccò, direttamente dalla botte, alcuni sorsi del prezioso nettare.
Una luce nuova le illuminò lo sguardo, e finalmente capì: capì il valore dell’attesa, la stilla del tempo che passa, e la virtù della pazienza che porta con sé la saggezza.
Si acciambellò in terra, davanti alla botte, e leccò con soddisfazione le gocce residue, incastrate tra i suoi baffi come piccoli rubini, del suo nuovo amico Vino.

(racconto di Salvatore Colantuono)

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